Tredici denti di delfinide raccontano la storia di Baldichieri e del Mare Padano.
Anzi: tredici denti di delfinide e una conchiglia particolare.
Il delfinide tre milioni e mezzo di anni fa nuotava in acque calde e trasparenti, che oggi diremmo tropicali, da cui spiccava il volo per fare provviste di aria e tornare a immergersi nuovamente: un salto qui e un salto là, mentre la conchiglia (Bufonaria marginata) se ne stava appartata sul fondo del mare, un tappeto di sabbia fine su cui il mollusco strisciava in gruppo alla ricerca di cibo.
Vivevano nello stesso mare, ma a profondità differenti (dal pelo d’acqua al fondale c’erano più o meno 45 metri), e quindi il mammifero e la conchiglia non s’incontrarono mai, finendo per vivere uno all’oscuro dell’altra.
E oggi? Oggi i tredici denti fossili di delfinide, individuati a metà Ottocento nella terra di Baldichieri, sono custoditi da due anni al Museo Paleontologico di Asti dopo essere stati conservati, per più di un secolo, a Torino, nell’ex Museo di Geologia e Paleontologia dell’Università gestito dal Museo Regionale di Scienze Naturali.
La conchiglia del Pliocene, invece, si è fatta casualmente trovare, un po’ scheggiata, qualche settimana fa ai piedi di un piccolo giacimento fossilifero situato nel cortile dell’abitazione del sindaco: fuoriuscita dalle sabbie sotto la spinta di piogge prolungate.
Avete capito bene: quando il primo cittadino Gianluca Forno al mattino apre le persiane, trova ad attenderlo, nell’aia dietro casa, una collinetta di terra gialla che racchiude l’eredità del Mare Padano.
Non bisogna stupirsi. Di pareti fossilifere a Baldichieri ce n’è più di una e quella del sindaco non è nemmeno la più importante. Ma andiamo per ordine e partiamo dal delfinide.