1) la valenza peculiare geo-paleontologica dell’area protetta che è una delle località conosciute storicamente ed internazionalmente fin dalla metà dell’ottocento dal punto di vista geologico. Infatti proprio le pareti sabbiose che costeggiano il Rio Valle Andona, nei pressi dell’omonima frazione, sono state per decenni il sito di riferimento europeo per l’epoca pliocenica, ultima ripartizione dell’Era Cenozoica o Terziaria.
2) il patrimonio paleontologico costituito principalmente da innumerevoli conchiglie di molluschi che emergono in modo naturale dai fianchi delle colline. Esse sono testimonianze concrete dell’antico mare che occupò tutto il Piemonte centro-meridionale dai 5,3 ai 2,6 milioni di anni fa. Oggi questi fossili costituiscono un giacimento tra i più importanti d’Europa.
3) la rete di sentieri e l’unicità degli affioramenti fossiliferi attrezzati, condivisa con l’altra Riserva naturale astigiana: la Val Sarmassa. In questi siti è possibile avvicinarsi ai livelli fossiliferi e osservare la giacitura dei resti fossili comprendendone il significato paleontologico, paleoclimatico e paleoecologico.
4) la macchia boschiva tipica dell’astigiano con varietà floristiche presenti a seconda dell’esposizione dei versanti collinari, mantiene, soprattutto nelle strette e profonde vallette secondarie, caratteri a tratti decisamente selvaggio.
5) il paesaggio tipico dell’Astigiano occidentale, con rilievi con pareti ripide e manto boschivo fitto che conservano luoghi ancora perfettamente conservati e incontaminati ad alta valenza ambientale e di biodiversità, testimoniato dalla presenza di organismi ormai rari in altri ambiti (es. gambero di fiume).