17 Dic 2018
A Ferrere il belvedere artistico che guarda le colline per immaginare il mare
Inaugurato il punto di osservazione con la scultura di Sergio Omedé
Oggi le colline e tre milioni di anni fa il Mare Padano: lo racconta il paesaggio che si osserva dal Belvedere artistico di San Secondo, inaugurato sabato a Ferrere.
Ha spiegato l’ingegnere ambientale Renato Morra: “Il territorio ha avuto un’evoluzione lunghissima, con questo progetto il gioco, per noi, è stato accorciare i tempi”. Lo scultore Sergio Omedé ci è riuscito perfettamente: “Per Ferro del mare padano”, la grande opera che occupa il punto più alto del belvedere, riproduce l’effetto del teleobiettivo di una macchina fotografica attraverso cui il paesaggio si rivela in dettagli, scomponendosi in particolari dentro cui l’occhio si accomoda curioso.
Così nelle diverse inquadrature che compongono la scultura di acciaio-corten, entrano case, alberi che segnano l’orizzonte, bricchi, sentieri che conducono ad affioramenti fossiliferi, la piccola chiesa di San Secondo e tanto altro. Omedé ha ottenuto quello che voleva: “Evidenziare i dettagli che sono nel paesaggio. Troppo spesso ci dimentichiamo della loro importanza”.
Nell’arco di qualche mese cinque centri dell’Astigiano avranno anch’essi altrettanti punti di osservazione del paesaggio con altre sculture “Per Ferro del mare padano”: Mongardino (il sindaco Barbara Baino ha voluto essere, sabato, a Ferrere), Montaldo Scarampi, Rocca d’Arazzo, Rocchetta Tanaro e Vigliano.
Una sfida per il Parco Paleontologico Astigiano, regista del progetto firmato dallo Studio Morra: le sculture di Omedé nasceranno, infatti, in luoghi recuperati all’abbandono e al degrado.
“Io stesso per tanto tempo – il racconto del sindaco di Ferrere Silvio Maria Tealdi – sono venuto a camminare qui, provando a pensare che cosa avrebbe potuto nascere al posto delle erbacce”. “Ora al belvedere ci si può fermare e provare a immaginare il mare” assicura Gianfranco Miroglio, presidente dell’Ente Parco, molto soddisfatto del progetto sui punti di osservazione disseminati per la provincia: “In questo modo riportiamo all’attenzione l’origine della nostra terra”.
Anche Carlo Alberto Goria, presidente del Distretto Paleontologico Astigiano e del Monferrato, ha percorso i sentieri di Ferrere con il sindaco Tealdi e coltiva una speranza: “Qui ci sono ancora molti segni del Mare Padano, mi auguro che i pregevoli affioramenti possano venire presto valorizzati”.
Al Belvedere di San Secondo, intanto, si attendono camminatori, ciclisti, abitanti del luogo e turisti: qualche panchina renderà più comoda la sosta. Il Comune ha previsto interventi di abbellimento con punti verdi.
Sul totem accanto alla scultura che richiama al teleobiettivo della macchina fotografica c’è un testo in italiano e inglese: “Questo folle obbiettivo ha scelto di inquadrare Ferrere, nel suo punto d’origine, ricordando che dove ora è un campanile, tre milioni di anni fa c’era il Mare Padano. E al mare si succedettero prima modellazioni del suolo, cui seguirono boschi immensi. E poi ancora case, sentieri e strade, sino ad arrivare alla fotografia di questo paesaggio, che voi potete scattare con la mente, e lì conservarla. Il paesaggio è delicato, e si corrode con poco: piccoli segni diffusi ne formano in breve la ruggine. Diamone testimonianza. Abbiamone cura”.
Nelle foto: la scultura “Di Ferro del mare padano” sul Belvedere di San Secondo; da sinistra Morra, Tealdi, Miroglio, Goria, Omedé.